Ne ritrarrebbero lo stesso insegnamento che gli spartani traevano dalla vista degli iloti ubriachi. Senza contare che si farebbero un po' di sangue buono quando la fortuna concedesse loro uno spettacolo simile a quello che al salone Ghersi ha dato il prof. Romano.
(19 febbraio 1916).
DEFORMAZIONI
Sotto il sole che fa rinascere tutte le cose mortificate dall'inverno, osservo come immerso in letargo lo sciame gaietto delle bambine che sulla collina si sbizzarriscono in giochi senza senso, in strilli, in corse pazze, tutte liete di questo pomeriggio d'oro, lontano dalle stufe e dalle aule del paese che vede fiorire l'arancio, ma anche il fungo e la muffa. Osservo senza riflettere, per il piacere del quadro, dei colori, della città che amo vedere intensa ed attiva negli altri, specialmente quando meno sento di poterla vivere io in quel modo.
Ma deve essere arrivata l'ora regolamentare, perché due signore chiamano e mettono in colonna le bambine, in ordine... e un inno marziale si leva da quel coro di vocine acerbe e, con uno scalpitio di ben ritmati passi, lo sciame s'allontana. Sotto il sole che mi scioglie le rigidezze dei nervi, seguo sempre il vocio che s'allontana, sento cambiare il motivo della canzone, ma non il ritmo dei suoi versi marziali, e sorrido pensando agli eserciti di amazzoni pugnaci che la scuola vuole regalare alla nazione.
Non capisco perché delle bimbette di otto o nove anni debbano essere cosí violentemente costrette nell'abitudine fisica a camminare col passo dell'oca di Strasburgo, e nell'abitudine mentale a ripetere e ripetere le banalità che i poeti d'occasione credono sia dovere loro propinare anche agli scolaretti delle elementari.
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Ghersi Strasburgo
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