Il traffico è cresciuto. Camion, automobili, carri e carretti di tutte le proporzioni si inseguono per le strade schizzando a ventaglio cumuli di una poltiglia grassa ed attaccaticcia che, se testimoniano della fertilità della pianura padana, non promettono nulla di buono per i disgraziati che se ne sentono innaffiati. Ma basta che si provveda per il centro della città! Bisogna che esso sia lindo e ben tenuto, secondo il ragionamento della cocotte che si imbelletta la faccia e trascura l'igiene intima di tutto il corpo. Cose da amministrazione Rossi, da bottegai parvenus che ornano di stoviglie istoriate le pareti del salottino, dove si ricevono i visitatori, e ammassano la famiglia in stanzaccie luride del retrobottega. Ma lasciamo i morti alla loro purulenta decomposizione.
Pensieri, come vede il lettore, triviali, pedestri, ma la neve con tutta la potenzialità di poesia che nasconde sotto il suo insidioso biancore non riesce a farmene nascere degli altri, piú fragranti, piú vistosi. E la giornata è d'altronde cosí buia e scolorita, e il cervello mi si ottunde nel riconoscere che, anche senza volerlo, ho scritto il mio bravo compitino, e incomincia a preoccuparmi seriamente il pensiero che sotto la neve io troverò la paura di... sdrucciolare.
(25 febbraio 1916).
IL CITTADINO ONORARIO
A Val della Torre hanno rimandato per il cattivo tempo le onoranze a Teofilo Rossi che dovevano aver luogo domani. La ragione del rinvio è alquanto strana, perché non si rimanda cinque giorni prima per il cattivo tempo una festa che non ha proprio bisogno del sole primaverile per svolgersi.
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Rossi Val Torre Teofilo Rossi
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