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      Che cosa sia avvenuto non sappiamo. Noi non abbiamo relazioni coi signori della Lega navale, e questa volta nessun nazionalista di buona volontà poté o volle svelarmi qualche piccolo dietroscena. Dai giornali piú quotati in patriottismo sappiamo solo che, dopo i discorsi dei signori Bravetta, Armiscoglio, Zanzi, Rizzetti ed altri (tutti noti urbi et orbi come critici navali di prim'ordine), il viceammiraglio Marchese «consentí a che fossero cancellate dalla relazione le parole che hanno determinato l'incidente» (sic).
      Perché mi è ritornato alla mente l'episodio Federzoni e quello Botha? Mah!... forse qualche relazione potranno trovarcela i lettori. Del resto, tutti gli italiani che si rispettino, in questi frangenti devono trovarsi d'accordo col prof. Cian: Italien über alles.
      (29 febbraio r916).
     
     
      IL GERENTE RESPONSABILE
     
      Gli eruditi, come spesso loro capita, sono caduti in un errore madornale. Non è vero che la poesia epica abbia esaurito il suo compito.
      Certo nessuno, eccetto forse qualche parroco di villaggio, sognerebbe di cantare ancora di Orlando e di Oliviero. Ma il ciclo animalesco di Renardo e Lesengrino può ancora essere riaperto con profitto, per chi, per esempio, frequenti le sedute del consiglio comunale di Torino. «Aria ai monti» è inesauribile. Quando proprio crediamo che l'elenco delle sue prodezze sia ormai finito, e che a noi non rimanga che chiudere bottega, egli con gesto regale spalanca una nuova porta, e nuove fughe di stanze si presentano ai nostri occhi, e nuove gallerie, nuovi quadri vediamo che sono ancora da dipingere.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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