È sicuro Teofilo Rossi che il fatto dell'apparire il suo nome fra i componenti la commissione esecutiva non abbia servito a persuadere molti che l'affare era buono e che ci si poteva fidare? E non hanno ragione ora quegli infelici di domandare che anche il Rossi sia solidale nel risarcimento dei danni? Egli si è corazzato dietro l'affermazione dell'avv. Cattaneo che i conti non sono stati resi perché il fatto compiuto avrebbe compromesso l'affare di fronte al ministero. Furbo l'avvocato! Precisamente, la resa dei conti preventiva doveva dimostrare che non c'erano stati sperperi, che il passivo era solo dovuto ad esigenze nazionali e non ad incapacità amministrativa o peggio, e che quindi era doveroso l'intervento dello Stato. Quando lo Stato avrà pagato, matto chi crede che ancora possa farsi qualche indagine. Tanto, si dirà, non è tutto ormai composto nel miglior modo? E il gerente responsabile non avrà piú grattacapi. Ma, se i nostri compagni consiglieri avranno energia, il giochetto non deve riuscire. I contribuenti italiani hanno il diritto di sapere se sono chiamati a saldare un debito nazionale, o se devono solo tappare dei buchi aperti da dentini troppo aguzzi, quando i gerenti responsabili dormicchiavano e pensavano già ad andare in Russia per ottenere dallo czar le medaglie di ricompensa.
(1° marzo 1916).
UNA FORMA DI PLUSVALORE
Nell'angolo di piazza Castello si svolge una battaglia a colpi di bollettini che deve essere sfuggita a ben pochi dei torinesi. La ditta Carpano ha dovuto abbandonare la sua sede secolare per un improvviso aumento di fitto, e nei limiti del possibile cerca di prevenire lo sfruttamento che i successori potranno fare del suo buon nome e della clientela conquistata con una pratica piú che centenaria.
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