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      » Testuale!
      D'accordo: non è questa l'ora della baldoria. Viviamo in piena tragedia: nessuno piú di noi di questa — che è la piú terribile, inconsolabile tragedia della storia e che avremmo voluto risparmiare all'umanità — sente l'angoscia inesprimibile dell'ora che volge. Tragedia della carne, e ancora piú tragedia dello spirito...
      Dice l'avviso dell'ACT che mi sta di fronte: «Il ballo dei bambini si farà nonostante il periodo doloroso»; ed è giusto che sia cosí. Perché, per quelle stesse ragioni onde ora, a cagione della guerra, siamo anche noi contrari alla baldoria carnevalesca, che del resto è una volgarità anche in tempi normali, che non ha mai conosciuto le nostre simpatie, dobbiamo sottrarre il mondo dell'infanzia e dell'innocenza ad ogni perversità che è di noi adulti, che è del nostro vecchio mondo infame.
      Vorrei che della guerra neppure si accorgessero i nostri bimbi. Cosí è che certe iniziative di uomini seri, benpensanti, ne sembrano una profanazione dell'infanzia. Il ballo dei bambini che oggi vedrò in corso Siccardi è un monito per molti altri al rispetto dell'infanzia, che in nome della patria si vorrebbe rendere consapevole di tante cose che è meglio ignorare... [dieci righe censurate]. Ma anche i pazzi amano i bimbi e li rispettano, esimio signor Marconcini. Non siate, voi saggio immelanconito in una contraddizione dello spirito, peggiore dei pazzi.
      Non senza una ragione profonda, sottile, ironica, l'avviso per il ballo dei bambini mi rievoca alla memoria un episodio della vita di Federico Nietzsche.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Siccardi Marconcini Federico Nietzsche