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      », stato d'animo di grettezza e di mancanza di spirito di libertà, che è in alcuni la continuazione di un'abitudine prebellica, ed in altri l'espansione di una velleità per lungo tempo covata nel piú profondo dell'animo. A che pro convincere? Per convincere bisogna polemizzare, produrre, bisogna affermare verità che scalzino convinzioni, lavorare insomma. Ma se lo stesso risultato si può ottenere facendo tacere? Stolto chi si arrabatta a battagliare contro gli avversari quando può farli mettere in carcere.
      I clericali, che dopo duemila anni di predicazione non sono riusciti a convincere nessuno della diabolicità della carne, censurano persino Una partita a scacchi di Giacosa. Il «Momento» infatti scrive che «all'Istituto del divin cuore» è stata recitata da signorine beneducate la innocente romanticheria del Giacosa finemente ed opportunamente ritoccata in alcune parti, e al prof. Bettazzi solo, ossessionato com'è dall'impudicizia, potrebbe venire in mente di censurare anche il discorso della Montagna, col solo effetto di far pensare alle signorine beneducate a chi sa quali enormità nascondentisi sotto qualche frase un po' avanzata del buon Piero.
      Il consigliere Marconcini ha fatto censurare il Carnevale: questo grande peccatore è stato mandato in castigo a Porta Pila, e Marconcini ha ottenuto l'effetto di far dire in consiglio molte bugie all'assessore Barberis, e di far riversare la folla nella parte piú fetida e piú schifosa della vecchia Torino.
      Al Chiarella hanno censurato Beethoven anche dopo che è stato dimostrato (sia pace all'anima degli eruditi) che il grande compositore era fiammingo e non tedesco.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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