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      Eppure dovrebbe essere doveroso per un giornale che tanto smaniò per determinare la situazione attuale, dare i suoi lumi sulla crisi, anzi le... crisi che travagliano il nostro mondo politico.
      Di grazia, che ne pensa la «Gazzetta del Popolo»? È ancora per Salandra? È per il ministero nazionale?
      Il giornale di via Quattro Marzo dev'essere piuttosto impacciato nella scelta. L'adesione all'iniziativa dell'on. Canepa potrebbe anche rispondere ai richiami storici e tradizionali, dei quali la «Gazzetta», o meglio, per essa il conte Orsi — quegli dei conti che non tornano — è, almeno per modo di dire e di ridere, il piú legittimo depositario.
      Ma il conte Orsi, dalle vedute che solitamente non vanno oltre l'ombra della Mole antonelliana quand'anche fa scrivere Nardini e Bevione, dev'essere assillato da una certa preoccupazione. Questa: che un allargamento del ministero in senso democratico, costringa il Daneo del suo cuore a fare fagotto, appunto perché il mal tollerato ministro delle Finanze è tra i ministri piú incompetenti e inefficienti che persino l'«Idea nazionale» vorrebbe spedire a quel paese.
      E il conte Orsi onestamente deve ritenere fin d'ora che se Daneo se ne va, il gerente responsabile di una certa gestione è bell'e spacciato, e la relazione scomparsa dal ministero del Tesoro probabilmente tornerà al proprio posto a disposizione dei parlamentari che intendono occuparsi dell'affare dell'Esposizione. Orsi sornionamente è capace di cotesti e di altri calcoletti e, nel dubbio di compiere una mossa sbagliata, tace e costringe i «subalterni» a tacere.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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