Quando poi si dà tanto contributo alla filantropia, non importa affatto che i denari distribuiti o prodigati siano il frutto del lavoro intenso, e che abbrutisce, di una massa di uomini ai quali — generalmente — si nega ogni diritto di miglioramento perché non abbiano la possibilità di andare all'osteria o di giocare alle piastrelle corrompendo le buone qualità della razza. Non è vero, egregio comm. Leumann e rag. Attilio Finocchiaro?
(23 marzo 1916).
STORIA ANTICA E DEMOCRAZIA
«Il vostro consesso, deliberando il premio Bonaparte a Guglielmo Ferrero, ha nobilmente compreso i vincoli nascosti che uniscono la scienza e l'azione, il progresso delle idee e quello dei popoli». Cosí dice il telegramma spedito alla Société des gens de lettres di Parigi dal comitato torinese, costituitosi per onorare il premiato, e del quale fa parte, fra altre egrege persone, anche un cognato del Ferrero.
Curiosa fortuna, quella di Guglielmo Ferrero! In Italia il suo nome, dopo un primo scoppio d'entusiasmo giornalistico che lo battezzava grande storico e grande scrittore, ha avuto un melanconico tramonto ed è ormai avvolto di luce crepuscolare. In Francia invece il Ferrero passa ancora per una figura rappresentativa della nostra ultima generazione e della intellettualità piú raffinata, e le accademie lo premiano credendo di farci un grande piacere. In Italia viene bocciato all'esame di libera docenza, i suoi volumi di storia romana vengono sottoposti da parte dei competenti ad una critica spietata che ne mette in rilievo tutte le incrinature, tutte le deficienze e le erronee amplificazioni; e tuttavia qualcuno parla ancora di progresso della scienza e delle idee.
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