La tesi sostenuta è questa: le lotte sociali hanno creato organi di resistenza e di tutela delle due classi antagonistiche: le organizzazioni operaie sorte per tutelare gli interessi dei lavoratori, e le potenti leghe degli industriali che salvaguardano quelli dei propri aderenti. Le uniche categorie rimaste pressoché indifese sono quelle dei piccoli proprietari terrieri, dei piccoli commercianti e dei piccoli artigiani. Ad esse devono pensare i cattolici colla creazione delle cooperative di credito, di produzione, ecc., perché quanto piú si infittirà la rete di queste organizzazioni tanto piú sarà prossimo l'avvento di una società veramente cristiana.
L'ultima affermazione è schiettamente democristiana, ed è preziosa perché lascia intendere che una società veramente cristiana non è ancora mai esistita dopo 2000 anni di predicazione. Ma il modo di suscitarla è d'altra parte meritevole di osservazione. Il programma economico dei cattolici è prettamente antiliberale e antisocialista. Auspica una società precapitalistica ed una forma di produzione ormai superata ed in via di completa scomparizione. E ciò fa un tantino ridere. Perché, se la società cristiana dovrà basarsi su di essa, abbiamo timore che sarà alquanto difficile vederla realizzata, e che il Marconcini rimarrà eternamente malcontento e la sua sarà la voce che chiama nel deserto. Piccola proprietà, artigianato, ecc. sono entrati nel roseo tramonto di un'età che scompare. La guerra europea accelererà ancora di piú la concentrazione capitalistica.
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Marconcini
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