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      Immaginate un produttore di vino che domandi a un concorso il modo migliore per poter vendere la sua merce? Evidentemente basterà che il vino sia trovato buono perché tutti i buongustai si affrettino ad acquistarne. E nelle associazioni politiche o di partiti valgono le stesse leggi economiche della domanda e dell'offerta. Per attirare (curiosa espressione davvero) i giovani, basterebbe che i circoli cattolici ne rappresentassero una necessità dello spirito, il bisogno di trovarsi insieme fra compagni di ideale e di lotta, e la coscienza che sia un dovere diffondere e propagandare la fede che si vive come unica verità da affermare a tutti i costi. Lo spirito di apostolato che ardeva nei primi seguaci del cristianesimo non avrebbe neppure un momento fatto loro pensare che potesse esistere un cristiano che non sentisse il dovere di affermarsi tale e di conquistare a dio gli infedeli. Gioventú decrepita quella cattolica, che avendo perduto ogni calore interno cerca in accomodamenti pratici, in adescamenti da correzionale, di saturarsi di iscritti; non importa che la gran parte sia peso morto, ingombrante, anodino, che entra nel circolo cosí come potrebbe entrare in una società sportiva o in un club di giocatori di tresette. Basta che all'occasione si possano snocciolare centinaia di nomi come grani di rosario per protestare contro una statua di donna nuda o contro l'esposizione dei giornaletti pornografici. Ciò che costituisce l'energia, la potenzialità di sviluppo e di lotta efficace, esula da questi circoli ancien régime, dove è proibita la libera discussione, dove un rappresentante della curia vigila continuamente perché non si facciano affermazioni eterodosse o contrarie ai buoni principi.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742