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      Intanto è onniscente. È capace di tutte le improvvisazioni, di tutti gli acrobatismi possibili e immaginabili. La campagna socialista contro le infiltrazioni massoniche nella scuola, piú subdole delle stesse ingerenze cattoliche, non può non solleticare il signor Bevione, già autore di una furente diatriba giornalistica contro la massoneria, a plagiare nel turpiloquio un certo giornale per dire, sul foglio del nuovo ed onorato padrone, il rinomato epigono boteriano, che il Partito socialista vorrebbe servirsi dell'organizzazione dei maestri per compiere un'azione «nefanda ed idiota» contro la patria, contro la guerra. L'ometto del pio ricovero di via Quattro Marzo ha di che rallegrarsi: il nuovo «acquisto» non è stato fatto indarno, il contratto di compra-vendita è stato un po' caro; ma Bevione comincia a rispondere alla bisogna. I vecchioni del pio ricovero ringalluzziscono. Bevione può continuare: manderà in sollucchero il commendatore bavarese, incapace di attaccare per vie e con mezzi diretti. Contentoni anche noi che vogliamo avere degli avversari, non delle mummie. E lasciamo la parola al moschettiere voltagabbana. Udite, udite: «Mentre tutti i socialisti dell'Europa guerreggiante, nessuno escluso, combattono al fianco dei fratelli di ogni fede politica, sostenendone gli sforzi per la salvezza della patria, in Italia, e in Italia soltanto, vediamo lo spettacolo nefando e idiota di un socialismo che si fa positivo organizzatore della discordia e della debolezza interna, che taglia i nervi alla libera iniziativa atta a rinvigorire la resistenza nazionale, e per ignobile speculazione elettorale si comporta come non vedesse che se la guerra è un male, un male a cento doppi peggiore è la sconfitta».


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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