La biscia ha morso il ciarlatano; O., la perversa femmina, si è allegramente infischiata di ogni sanzione penale, ha preso per il naso il povero P. e se ne è servita a meraviglia per i suoi fini, siano essi quali si voglia. La cronaca non può approfondire i moventi psicologici, anche se a compilarla siano chiamati i magistrati della pretura o del tribunale, che si reputano molto navigati per il quotidiano contatto con i documenti umani. Essi possono solo giudicare, alla stregua delle prove trovate, se siano stati violati certi articoli del codice che contemplano una determinata sanzione, ma sfugge loro il complicato meccanismo delle cause ed effetti, delle intenzioni e della loro attuazione. Una femmina proterva si mette in capo di porli in imbarazzo, e questi eterni Bridoison precipitano a capofitto nel mare dei mezzi termini e degli equivoci. O. si fa sposare da P. (cosí dice la cronaca); ma la prima notte delude il suo legittimo orgasmo maritale, gli si rifiuta, e quando accorre gente, proclama che P. è stato già suo marito, ed ella ormai è donna, non piú fanciulla. Rabbia concentrata di P. che si vede cosí amenamente scorbacchiato; egli investiga, sorveglia O., riesce a scoprire che ella è in relazione epistolare con B. al quale manda biglietti in cui si leggono espressioni come queste: «Amore mio, non temere, tu sei la mia vita, il mio tutto...» Domanda la separazione e sporge anche querela d'adulterio, perché da indizi che egli ritiene probatori, gli consta che O. e B. continuano alle sue spalle a filare il perfetto amore.
| |
Bridoison
|