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      Noi, approfittando dell'occasione, abbiamo detto qualcosa al nobilastro spiantato, ma Brusasco ci tira le orecchie. Non ce ne abbiamo a male: a questo mondo ci vogliono anche i pacifici. Se avessimo tutti sempre voglia di lagnarci guai... La «Gazzetta dei tribunali» può servire ogni tanto da calmante... è una funzione utile anche questa.
      Ma all'avv. Brusasco giornalista, e socio dell'Associazione della stampa, desideriamo sottoporre alcuni quesiti molto precisi ai quali vorremmo avere risposte altrettanto precise.
      Quale giudizio egli può dare: 1) di un giornalista che eccita la censura ond'essere piú severa contro giornali avversari, che, in altre parole, falsificando persino una circostanza di fatto, fa la spia; 2) di un giornalista che dopo aver diffamato un cittadino qualsiasi, si rifiuta di pubblicarne la rettifica, non tenta al processo neppure lontanamente la prova dei fatti, e che, condannato, non pubblica sul suo giornale una sola riga per riconoscere il suo errore; 3) di un giornalista che, nel caso esposto sopra, permette che il gerente per scusarsi affermi di «aver pubblicato una lettera diffamatoria trovata per caso sul tavolo di redazione»? Se Brusasco è capace di difendere anche questa roba, io proclamo che la sua abilita e la sua bontà sono infinite e non gli prometto di scrivere meno ingiurie.
      (6 maggio 1916).
     
     
      OMAGGIO A TOSCANINI
     
      Ella, egregio Maestro, compilando i due programmi dei concerti che verrà a dirigere nella nostra città, non aveva certamente preveduto di poter suscitare un vespaio e di poter far risuonare l'aula del teatro di fischi come alla rappresentazione di un Cinema—Star viennese qualsiasi.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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