Includendo una sinfonia di Wagner forse aveva ancora dinanzi agli occhi il pubblico d'altri tempi del Regio, pieno d'entusiasmo per i « capolavori musicali » che hanno « proprio l'impronta del genio barbarico dominatore!»? Illusioni, illusioni, fate morgane du beau temps de jadis, snobismo sfiancato. Se ora si inibisce a Wagner con goffa e presuntuosa albagia ogni serena contemplazione, gli č evidentemente perché nel passato lo si ascoltava ed applaudiva non come disinteressato creatore di bellezze, ma come «genio barbarico dominatore», la cui patria era alleata della nostra, il cui imperatore dava da musicare i suoi bolsi libretti al piú bolso dei compositori italiani. Servilismo estetico dei mercatini di Porta Palazzo, che la guerra ha dimostrato essere il livello di vita dell'anima italiana. Perché non siamo alle prime manifestazioni del genere, se nel gennaio 1872 Giosuč Carducci poteva scrivere parole come queste:
...la borghesia ben pensante che ammira sempre la forza e il successo, vestiva i suoi bimbi alla foggia degli ulani come pochi anni avanti li aveva vestiti alla foggia degli zuavi; e i diplomatici e i politici officiosi e governativi, scotendosi dalle ginocchia la polvere delle prosternazioni all'imperatore francese, con la voce un po' arrochita dal gridar alcuni giorni prima ŕ Berlin urlava ora a squarciagola nach Paris; né mancavano democratici ai quali piaceva, e lo dicevano su le bare dei morti, che i prussiani facessero essi le loro vendette; e in altri i tristi odî nazionali instillati dagli storici e dagli scrittori dei tempi di servitú e di sventura, sublimemente appassionati, fermentavano piú che mai freddi e atroci, fin a divenire teoriche di politica.
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