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      Ma il vecchio troupier della bagola tira dritto nell'alta missione che si è proposta di aduggiatore di cervelli e di denunziatore di onesti insegnanti laboriosi, che o sono seguaci di un'idea, come il Sanna denunziato nel 1912 per il suo antilibicismo, o il Ciaffi e il Lemmi denunziati ora per qualche sfogo incongruente e perfettamente innocuo. Gian Pietro Lucini ha scritto una volta che il nome di Cian gli si accompagnava nella fantasia costantemente con l'immagine di una cimice; a me ritornano ora in mente quelle quattro righe e il ribrezzo per l'animaletto immondo riesce a calmare il sussulto del mio sistema nervoso. Ciò che volevo ottenere con questo sfogo.
      Saluti dal vostroPedante esasperato
      (17 maggio 1916).
     
     
      L'AIO SENZA IMBARAZZI
     
      Filippo Crispolti ha della storia una concezione retorica molto pittoresca. Immagina le nazioni in guerra come i clienti della corsia di un ospedale sperduto in una foresta del Congo, i quali, poveretti, ignorano l'esistenza di un medico miracoloso, taumaturgico, che potrebbe ridare loro la salute. Il medico non può andar fino a loro perché vale per le visite mediche una regola che dice: medicus non accedat, nisi vocatus; gli ammalati ignorano la sua abilità, e non lo chiamano. Devono dunque morire per mancanza di respiro? Mai ciò fia! Un marchese di buoncuore si fa cozzone intermediario tra i due, e cosí acquista gloria in terra e beatitudine in cielo.
      Con questo apologo da aio senza imbarazzi che a tutto trova risposta per soddisfare le nascenti curiosità dei suoi scolaretti, il Crispolti crede aver dimostrato la ridicolaggine del dilemma da noi postogli: o è vera la grande autorità morale del papa — e allora essa si imporrà da sé agli uomini di governo; o non è vera — allora non c'è ragione perché il papa venga invitato da essi al congresso della pace.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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