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      Perché i socialisti, il proletariato non sono degli infelici, dei mendichi, degli spiantati, come immagina la fantasia democratica cristiana. Sono degli audaci lavoratori di un nuovo edificio sociale, di una nuova civiltà, che non domandano aiuto e pietà a nessuno, perché hanno la certezza di vincere con le sole loro energie. Non è una dottrina di schiavi in rivolta la nostra, è una dottrina di dominatori che nella fatica quotidiana preparano le armi per il dominio del mondo.
      (22 maggio 1916)
     
     
      GLI SCOPRITORI
     
      Un mese di soggiorno in Sardegna: banchetti, bicchierate, strette di mano, entusiasmo per l'italiano illustre che ha fatto il sacrifizio di portare la sua preziosa persona fra i briganti, i mendicanti, i pastori vestiti di pelli dell'isola. E l'italiano illustre ritornato in terra ferma si atteggia a Cristoforo Colombo e scopre qualcosa, tanto per dimostrare che non ha perduto il suo tempo.
      Anche Mascagni non ha perduto il suo tempo, e sotto i portici di via Po ha versato nella capace vescica di G. Corvetto la piena delle sue impressioni; e il risultato fisiologico lo abbiamo visto stemperato in due colonne della «Stampa». Tutte le competenze, si è trovato ad avere l'illustre compositore! Tanto è vero che può giudicare dei terreni, «splendidi, sterminati» (vedi manuale di geografia: 24 000 kmq) «gente sana e saggia» (hanno applaudito, quindi...), «buoni costumi, belli e robusti abitanti», che hanno il torto di essere pochi, in un terreno cosí ferace, quantunque il piú imbecille sociologo sappia che due terzi dei sardi sono emigrati perché il terreno (almeno cosí come il patrio governo, con la sua legislazione doganale, impone sia coltivato) non è poi tanto ferace.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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