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      Mi sono chiesto se ne valeva la pena, se l'omuncolo meritava tanto onore. E poi mi sono ancora domandato: che ne direbbe l'avv. Brusasco? Ed ho deciso di chiedergli un parere preventivo. Ecco di che si tratta: un giornalucolo settimanale, che non si sa di quale partito sia l'espressione, né di quale idealità precisa sia il banditore, né di quali fondi viva, scrisse nel suo numero di sabato u. s. a proposito della promozione del poliziotto Intaglietta:
      È doveroso ricordare che a lui, al suo consueto sangue freddo, si deve se in quel pomeriggio di maggio, in cui avvenne l'espugnazione del Forte Chabrol di corso Siccardi, il sangue non ebbe a scorrere in maggior copia.
      Noi lo ricordiamo ancora pochi minuti prima dell'assalto, risoluto ma calmo, dare gli ultimi ordini, mentre dalle finestre del rosso palazzone le rivoltelle crepitavano sulla cavalleria e sulla forza pubblica: pochi minuti dopo alla testa dei migliori funzionari della questura di Torino egli irrompeva per primo nella Camera del lavoro, accolto da numerosi colpi di rivoltella, riuscendo a troncare con quell'atto d'audacia necessaria, il movimento rivoluzionario alle sue radici.
      Che Intaglietta sia stato promosso a me importa un accidenti; che ci sia lui nella sezione Monviso o ci sia Carassi, fa proprio lo stesso; l'uno vale l'altro, e tutti e due, quando possono, ci fregano che è una meraviglia; che all'Intaglietta sia stato applicato il sistema del promoveatur ut amoveatur, è un affare che riguarda lui, la questura ecc.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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