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      Ma siamo al cinematografo, e i trucchi, si sa, aiutano molto chi fa il gigante. Mercandino sta da parte: il buttafuori non partecipa alla commedia, fa parte del macchinario. Cavaglià, l'assessore legale, è il mozzaorecchi classico; il comune è evocato in giudizio per un pagamento di lire 232 000. Ne ha già pagate, per i ritardi di cui si è reso colpevole, 100 000. Il cavalocchi non indaga sulle responsabilità, egli cerca un Cireneo: il governo. C'è la probabilità che siano tutti gli italiani a dover pagare; perché compromettere solo i torinesi? Probabilmente, per gli altri ritardi e le altre gherminelle legali, saranno gli uni e gli altri che pagheranno il conto che andrà sempre piú allungandosi. Ma può preoccuparsi di ciò un leguleio? Intanto, scarichiamo sul governo la lite; iddio penserà al resto.
      Buy, l'uomo d'argilla, è Teofilo Rossi. È sempre in carattere per la mancanza di carattere; piú che d'argilla è di caucciú. Le sue giustificazioni sono sempre sulla stessa linea. Si dànno troppi banchetti a Torino? Ma, altrove non si fa di peggio? Veramente, altrove, si banchetta dopo che si è lavorato. E a Torino unico lavoro è banchettare; ma si tratta di sfumature. Le carni suine vengono contrabbandate, e la cittadinanza ne soffre? Il sindaco ha fatto il suo dovere: ha comunicato al ministero dell'agricoltura un voto emesso da una commissione. È vero che il ministero non ha ancora risposto; ma Teofilo che può farci? La cittadinanza aspetti; intanto il contrabbando lavori pure, ma si può disturbare con noiose insistenze il governo per cosí poco?


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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