Un episodio, per uno psichiatra come Mario Carrara, presidente dell'istituto. Episodio di cui si notano i dati esteriori, che serviranno ad uno studente per una tesi di laurea o a un professore stesso per una pubblicazione accademica. Qualche cosa di piú grave, per noi: un sintomo nuovo dello sfacelo di una teoria scientifica artificiosa, strettamente positivistica, che nell'uomo non vede che l'esteriore apparenza, misurabile con la stadera e il doppio decimetro, e crede di aver risolto il problema della correzione dei minorenni, quando ha preparato per essi un alloggio a cubatura scientifica, quando ha ridotto la loro vita ad una cronometrica divisione del tempo, ed ogni tanto li fa passare sotto gli strumenti perfezionati dell'osservazione da gabinetto. Un'inchiesta deve essere fatta, non solo per accertare le responsabilità piú immediate, per vedere con quali criteri si puniscono e come si sorveglino i rinchiusi, per vedere come sia stato possibile che un ragazzo abbia voluto suicidarsi, se si è ucciso, o sia avvenuta una disgrazia, se si tratta di una semplice imprudenza. In un istituto che la pretende a scientifico certe cose non dovrebbero neanche potersi prospettare come ipotesi. Ma la responsabilità piú grande è quella del metodo. Bisognerebbe farla finita con certa pseudoscienza che non riuscirà mai a dimostrare di aver fatto tanto bene quanto basta per scontare la vita di un fanciullo che rimane strozzato ad un'inferriata, come un uccellino che aspira alla libertà fra le gretole di una gabbia.
| |
Mario Carrara
|