Le parole sono di Arrigo Boito, ma non han meno per questo l'aspetto di ossa scarnificate, senza il rivestimento sublime della melodia verdiana.
La frase finale dell'inno poi — o meglio, il rifacimento di essa, in cui si vollero mescolare le note degli inni nazionali d'Inghilterra, di Francia e d'Italia, — fu, anche dal punto di vista musicale, un artificio stridente, e fece pensare alla fantasia tendenziosa di quegli antropologi da strapazzo, che si son divertiti, in questi giorni, sulle pagine di riviste che van per la maggiore, a fondere i caratteri delle razze alleate nella guerra mondiale con la sovrapposizione di diverse negative fotografiche di soldati appartenenti ai vari eserciti belligeranti. Ognuno comprende come dalla somma di simili negative non possa risultare che la negazione... del buonsenso e l'apparizione teratologica di un tipo non soltanto irreale, ma soprattutto disarmonico.
Ahimè! Pace ed alleanza sono forse termini antinomici e l'armonia universale degli uomini non potrà mai risultare dalla mescolanza voluta di elementi nazionali dissimili, bensí dalla combinazione lenta e spontanea delle affinità e soprattutto dall'esaltazione religiosa degli elementi ideali comuni a tutte le razze.
Oh! La fraternità vibrante nelle note divine, in cui il genio musicale della nostra terra sembrò voler diffondere in un solo abbraccio melodioso tutta l'umanità martoriata dalla furia della guerra! Quella sí che risvegliò un palpito in ognuno dei cuori (cuori di madri, di sorelle, di fratelli, di uomini umani) pulsanti come un cuore solo, domenica, sotto la carezza dolce e possente della suasione musicale.
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