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      Arriva sempre in ritardo in ogni manifestazione nazionale. Felicita prima Cesare Rossi per il sottosegretariato che Cadorna per la ripresa di Asiago, Cesare Rossi che non ha altro titolo municipale se non quello di essere fratello di Teofilo. Si preoccupa dei cittadini che non devono essere privati «del gradevole profumo che dai viali del corso Massimo d'Azeglio si espande nel parco del Valentino, e ne forma in questa stagione una delle piú gradite attrattive», piú che dei soldati che aspettano indumenti e decotti. Salvo alla prima occasione a lanciare un nuovo appello reboante per intenerire le borse ammaestrate da questi esempi magnifici.
      La giunta è un ramo secco della vita di Torino. Non rappresenta piú nessuno; assunta ai seggiolini come fulminea risposta al socialismo negatore della guerra di Libia e tentante la riscossa proletaria nel giugno 1914, non sente il dovere di eccitare ora la borghesia al sacrificio che la sua volontà guerresca ha imposto a tutti quanti e specialmente agli irresponsabili. La borghesia, per bocca dell'assessore Anacleto Morra, elude i suoi doveri piú immediati, dobbiamo ricordarcene. E fa pagare cari i decotti di tiglio mancati per non privare i fannulloni del delicato profumo che da corso d'Azeglio si spande su tutto il Valentino.
      (30 giugno 1916).
     
     
      UNA LEGA ECONOMICA COMUNE
     
      Siamo riusciti a leggere lo statuto sociale della nuova lega costituitasi a Torino con lo scopo nobilissimo di purgare gli italiani della turpe abitudine della bestemmia. La prima parte, che afferma, con espressioni degne del piú alto encomio, come qualmente «troppo ormai ci ha infastidito l'odiosa immoralità dell'insulto alle norme piú elementari dell'educazione e del sentimento di una nazione civile, perché nell'ora presente, in cui i nostri fratelli sulle frontiere della Patria con lavacro generoso purificano materialmente la Terra che Dio ci ha dato colla vittoria delle armi, non debba anche moralmente risplendere la gloria secolare d'Italia, maestra sempre di civiltà e di gentilezza», e che dobbiamo pensare «seriamente alla completa rigenerazione del nostro popolo cosí efficacemente iniziato al rombo del cannone», questa prima parte, dunque, possiamo anche trascurarla, sebbene sia stata laudabile cosa cercare di innestare l'attività della lega a un processo di rigenerazione iniziata al rombo del cannone, il quale tanti ammaestramenti lascerà nella coscienza degli italiani.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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