La parte piú interessante del programma è la seconda, perché in essa troviamo la risoluzione concreta del tremendo problema della bestemmia. Visto e considerato, afferma, che l'uomo fondamentalmente buono (dato che solo tale lo poteva creare la volontà di Dio onnipossente) non bestemmia se non quando a ciò è trascinato dai tristi casi della vita; visto e considerato che l'uomo tira in ballo in questi tristi casi della gente irresponsabile, quale Dio, la Madonna e tutta la gerarchia celeste, poiché non riflette che invece dei suoi malanni origine precipua sono gli istituti terreni, si propone: di convincere i bestemmiatori, con conferenze e amichevoli conversazioni, a riflettere che se una tassa viene aggravata, se il padrone di casa aumenta il fitto, se la moglie strilla che non si può tirare innanzi, perché tutto rincara e il lavoro non dà il necessario per vivere, ecc., è perfettamente inutile affermare che Dio è faus e che la Madonna è un poco di buono. Piú utile sarebbe di cercare di cambiare il governo, i padroni di casa, i principali, e fare in modo che non sia piú in loro arbitrio il tassare i poveretti, angariare gli umili, lasciando a questi come unica libertà lo sfogo della bestemmia e del turpiloquio. Visto e considerato che la gran massa degli uomini bestemmiando non fa inconsciamente che un atto di resistenza ad una volontà superiore alla sua; che invece questa resistenza dovrebbe estrinsecarsi in modo piú congruo ed efficace, solo che questa massa avesse piú coscienza della propria forza e della possibilità che questa le offre di cambiare ciò che deve essere cambiato, e di togliere di mezzo tutte quelle cause che ora rendono infelice la sua esistenza, la conducono a sfoghi inconsulti e inverecondi contro entità metafisiche che sarebbe meglio lasciare nelle loro nicchie.
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