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      Lamenti, proteste, fischi per il modo col quale sono stati compilati i ruoli della tassa di famiglia. Nessuno è soddisfatto, tutti hanno subito ingiustizie potenti, soprusi indegni, e reclamano, e vogliono la crocifissione e la lapidazione degli impiegati. Nessuno naturalmente si preoccupa di far conoscere all'ufficio il suo reddito esatto, nessuno domanda di essere tassato per tutto il suo reddito. Si fa solo questione di relatività. Il conte tale, che tutti sanno... paga meno di me; la mia padrona di casa che ricava tanto, paga solamente... e cosí via. Perché i ruoli sono deficienti, perché qualche altolocato papavero è riuscito per diritto o per traverso a eludere il fisco, tutti vogliono tentare l'alea, e cercano trasformare in bancherelle da fiera, con contratti a tira e molla, gli sportelli degli uffici.
      Perciò proponiamo le cattedre ambulanti. Gli ammiratori dell'Inghilterra possono trovare esempi giustificativi a bizzeffe. È troppo facile predicare dalle colonne dei giornali, senza esporsi a ricevere i torsi di cavolo degli insoddisfatti. La coscienza tributaria si plasma scendendo in mezzo ai catechizzandi, cercando di persuaderli delle verità nell'atto stesso in cui devono adempiere al loro dovere di contribuente. Questa gente che sbraita continuamente contro la demagogia socialista perché cerca rivoltare le masse contro lo Stato, che con una gragnuola di balzelli indiretti tartassa la miseria innumerevole, dovrebbe essa ora fare opera educatrice nella cerchia della classe borghese, perché questa demagogicamente non tenti scappatoie indegne.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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