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      Rimettiamo dunque anche noi il tomino in sessantaquattresimo nel taschino del panciotto, dimentichiamo d'averlo trovato per caso in fondo ad un cassetto polveroso, fra una monetina greca ed una miniatura falsa, mandiamolo al balōn; ce ne daranno quattro soldi; e francamente, esso non vale di piś.
      (4 luglio 1916)
     
     
      BOLLETTINO DEL FRONTE INTERNO
     
      Abbiamo colto altra volta il prof. Vittorio Cian nelle sue funzioni di strenuo milite... del fronte interno. Intorno a questa tipica macchietta di «eroe» in pantofole stiamo mettendo insieme un dossier interessantissimo, che conserviamo per tempi migliori, quando la censura sarą rimandata tra i ferravecchi, e Vittorio Cian si candiderą deputato contro Giordano o contro Morgari. Diamo intanto un piccolo assaggio della poderosa opera che veniamo preparando, sicuri di superare in rinomanza e in popolaritą il Croce e le sue «sottilissime astuzie di Bertoldo».
     
      Racconta uno studente: Siamo ad una lezione del professore di letteratura italiana, Vittorio Cian. Abbacchiamento generale degli ascoltatori. Con la voce modulata su quella della indigena piva, ovverossia rustica zampogna, il professore legge un noiosissimo carme di Francesco Petrarca, [otto righe censurate].
      Due ascoltatori assorti in chissą quale pennacchia di graziosa signorina, sorridono ebetemente, se vogliamo, ma innocentemente, senza disturbo nessuno. Ma Vittorio Cian coglie il sorriso, sbatte il libro, come fosse una bomba a mano, sul tavolino, inalbera la sua personcina da bellissimo bersagliere, e una profluvie di male parole sgorga dalle sue purissime labbra.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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