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      I consiglieri di Crescentino, che sono a casa e non potevano lasciar sfuggire sí buona occasione per uno sfogo pubblico contro il deputato dei lavoratori, hanno parlato. Ma come la penseranno e come voteranno i contadini, quando torneranno, e, dopo la guerra, dovranno ricominciare la loro guerra per una vita piú umana?
      (12 luglio 1916).
     
     
      VECCHIEZZE
     
      Ci accusano di essere vecchi. Si pigliano persino beffe di noi perché non manteniamo tutte le promesse, perché promettiamo piú di quanto possiamo mantenere. In certi momenti, immersi come siamo in questa vita tumultuosa che ci circonda, sensibili come siamo ai rimproveri, alle facce irosamente beffarde dei nostri avversari, sentiamo anche noi come una diminuzione di noi stessi, ci sembra davvero di essere decrepiti, di non riuscire a far sgorgare dalle nostre labbra la parola definitiva, la parola che dia forza ai nostri organi, che infonda vigore alle membra rattrappite e le renda elastiche, atte alla lotta e alla conquista feconda.
      Ma una breve riflessione scaccia questo pessimismo. Ci sentiamo vecchi perché il destino perverso ci ha fatti nascere in età vecchia. È l'aria che respiriamo, sono gli istituti che ci reggono, sono gli uomini coi quali siamo in lotta, che sono vecchi. A ogni colpo vigoroso che meniamo su questo verminaio, una tanfata di vecchiume ci ottura le nari; ogni qual volta rimestiamo questa materia in decomposizione è tanto lo schifo che ci investe, che ineluttabilmente ce ne sentiamo noi stessi intaccati. Come il Lao-tse della leggenda cinese, siamo dei vecchi fanciulli, della gente che nasce ad ottant'anni.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Crescentino Lao-tse