Ad un certo punto la monarchia si pose in mezzo, fece gravare il suo potere per conservare lo statu quo, e fu spazzata via. Tutti divennero repubblicani semplicemente perché lo erano già in potenza, quantunque non fossero iscritti a quel tale partito e non urlassero a tutti i venti ogni giorno che volevano la repubblica. Non è un miracolo, quindi, Parigi repubblicana, Parigi che abbatte la Bastiglia o massacra gli svizzeri prezzolati. Quando ci si pone un fine lontano, generale, che interessa e fa muovere tutta una classe, non è un miracolo se per via, prima di arrivare alla meta ultima, si abbatte tutta una quantità di cose, tutta una serie di ordinamenti, che a sentire certuni vorrebbero un'azione particolare, domanderebbero un'azione specifica, una polemica quotidiana particolare.
Perciò ricordiamo il 14 Luglio e Parigi sbastigliata. È un insegnamento ed un corroborante.
[Trentadue righe censurate].
(15 luglio 1916).
LA PATRIA GIAPPONESE
Cinema Vittoria: Taifun, il ciclone. Gente in coda, quattrini in cassetta, facce liete, sospiri di violini e sbuffi di persone accaldate. Sulla tela il dramma: figurine di gheise, ambasciatori nipponici, degenerate intellettuali dell'occidente, una donna perversa, due uomini rivali, assassinio, processo, condanna dell'innocente, scena patetica finale: la morte del reo pentito.
E sta bene: cose comuni, degne tutt'al piú del compiacimento di chi ama gli onesti svaghi del buon popolo in guerra, dimentico della guerra; degne forse anche di un sorriso amaro di chi ha l'animo vibrante per il maledetto flagello, teso nell'aria verso il domani minaccioso.
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