Pagina (306/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La superstizione, che non è che volontà di credere, è una forza molto piú grande, molto piú diffusa di quanto non si creda comunemente.
      Pertanto, non sentiamo collera contro Campora. Quando egli parla, abbiamo un blando sorriso per la senilità di cui è esponente. La volontà di credersi sicuri, se è forza per poter vivere, è debolezza nelle lotte senza quartiere. Campora un giorno lo faremo imbalsamare perché continui a farci sorridere con i ricordi; è troppo buon uomo, è troppo amuleto, perché possa meritarsi dagli avversari un trattamento da individuo. Gli austriaci non lo avrebbero certamente impiccato.
      (28 luglio 1916).
     
     
      LA VERITÀ E L'ONESTA
     
      L'«Idea nazionale» non ha certo intorno alla verità e all'onestà i dubbi che turbavano Ponzio Pilato. Monicelli ha trovato finalmente la pietra filosofale che lo preserverà in avvenire da altre lacrimose e strazianti crisi di coscienza. E non deve essere difficile l'uso di questo provino ideale. Basta pensare che la verità e l'onestà sono limitate dagli stessi confini dello Stato italiano e dei suoi interessi immediati e lontani, perché ogni tentennamento pilatesco sia escluso.
      Morgari, per esempio, tiene un discorso alla Camera invocando la pace e proponendo un termine concreto di azione: l'armistizio. Parla da socialista, naturalmente, e non da nazionalista, come invece avrebbe desiderato l'«Idea».
      Un giornale del nemico, il «Risveglio austriaco» di Trento, riproduce il discorso del deputato torinese, accomodandolo in salsa piccante, e «correggendolo» per gli interessi dello Stato asburghese.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Campora Ponzio Pilato Stato Camera Trento Stato