Pagina (316/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perché pensiamo che noi non possiamo subito dare una sanzione punitiva a tanta leggerezza. Perché vorremmo, ma sarebbe pretendere troppo, che la furia di popolo spazzasse via queste montagne di carta bollata, questi commedianti in toga, odiosi non meno dei melodrammatici inquisitori di felice memoria.
      E allora ci basterebbe che per effetto del libro romantico, essi fossero inseguiti, vociati per le vie come i gesuiti dai lunghi cappelli a tegola delle vecchie incisioni. Perché, persuasi che una giustizia veramente possa esistere, la nostra irritazione morale potesse trovare sfogo contro queste parodie che alle menti leggere sembra dover essere tutta la giustizia, la sola giustizia possibile.
      (2 agosto 1916).
     
     
      VETERINARIO IN FILM
     
      Alle 11 e mezzo, nella sala di visita medica dello stabilimento, a gruppi stazionano gli operai che aspettano la visita del veterinario che li ha in cura. Veterinario, sicuro, dicono i pazienti, perché esamina a colpo d'occhio. Gli operai parlano, è vero, sanno dire ciò che sentono, ma diamine, si sa che i sintomi da loro denunciati sono montature, esagerazioni per avere la vacanza, per darsi alla baldoria. E allora, è come non parlassero, come fossero dei bruti recalcitranti al lavoro; ma il medico diventa veterinario; l'illazione è semplice, ma logicissima.
      L'attesa illanguidisce di piú gli aspettanti; i minuti passano, il mezzogiorno è vicino. Intanto i caposquadra notano la prolungata assenza dei loro subalterni, e accolonnano le multe di due lire. Ah! Questi operai!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742