Razza di giullari!
Perché non c'è piú oggi in Italia un cane d'un moderato che abbia il coraggio di difendere le persecuzioni inflitte nei tempi passati agli uomini nostri. Crispi?! Domicilio coatto?! Prigionieri?! Novantotto?! Quando se ne parla ogni buon borghese si stringe nelle spalle, e sembra quasi voglia chiederci scusa se allora, molti anni fa, vi furono dei governi e dei ministri cosí poco liberali! «Che colpa ne abbiamo oggi noi del secolo XX? — sembrano dire. — Già, allora hanno avuto torto, ma oggi... vedete quanta libertà; vi chiamano perfino al governo!»
E se si ricordano i processi, le condanne di oggi: «Oh, sono uomini questi senza testa e senza buon senso, vedete... Bissolati!» Tal è del resto il destino di tutte le grandi idee innovatrici: costare agli assertori dolori e sacrifici, ed essere accettate dalle maggioranze lentissimamente, onde ogni qualvolta un piccolo progresso è conquistato, già nuove aspirazioni urgono!
La borghesia si sta accorgendo ora di quale magnifica opera per la causa del proletariato e della civiltà umana abbiano compiuto i primi socialisti; lo riconosce perché crede che essi non siano piú pericolosi, e riserba tutte le sue ire contro coloro che oggi non vogliono fermarsi, ma vogliono proseguire senza sosta, ad ogni costo, il lavoro iniziato. Certo fra venti anni o cinquanta, qualche altro Bevione scriverà, fra il consentimento generale, che noi anti-patriottici, traditori ecc. non avevamo poi ogni torto, e magari riconoscerà che abbiamo bravamente saputo tener fede alla nostra idea, a delle buone idee che saranno ormai comunemente accettate.
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Italia Bevione
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