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      E perché non afferma esplicitamente che «criminali» sono e il Ferraris e gli altri della Fiat, che non sono andati «essi stessi incontro ad una ragionevole diminuzione dei prezzi»? Ma ciò, deve essere compito nostro, naturalmente. Noi non abbiamo paura d'essere consequenziari. Se «criminoso» è l'aggettivo che aderisce perfettamente al fenomeno, «criminale» deve essere l'aggettivo da accompagnarsi ai nomi individuali. Ciò che si adatta al complesso, si adatta ai singoli; è una massima di logica vecchia quanto Aristotele. Ma la logica è lasciata ai vociatori; la poltroneria borghese si trastulla coi fenomeni, a noi abbandona gli individui. E non si accorge di tributarci cosí il massimo onore, e di riconoscere a noi soli la massima consistenza storica. Poiché nella storia i fenomeni sono astrazioni intellettuali, e l'unica realtà viva e solida è l'individuo.
      (18 settembre 1916).
     
     
      COINCIDENZE E CONSEGUENZE
     
      I giornali a grande tiratura sono sull'orlo dell'abisso. Un giornale che abbia una tiratura media di centomila copie, deve registrare nel suo bilancio un deficit annuale di lire 250 000. Gli alti prezzi della carta divorano i soldini degli abbonati e della rivendita spicciola. È il «Mattino» di Napoli che lancia il grido d'allarme, e con l'esperienza che gli viene dalla pratica diuturna spiega come i giornali riescano a colmare questo deficit enorme solo a scapito della loro indipendenza, legandosi cioè ai grandi fornitori, che hanno bisogno del silenzio e degli amichevoli soffietti per varare i loro affari.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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