E intanto gli altri si dànno un gran da fare, e avendo dietro di sé le potenti organizzazioni industriali, avendo con sé molti uomini di governo, riusciranno senza dubbio a raggiungere il loro scopo, se non sarà dimostrato coi fatti, con un'azione unitaria di tutto il proletariato italiano, che esiste una forza, con la quale i protezionisti devono fare i conti, una forza che si leverà contro di loro e contro il governo, se abusando dello stato eccezionale di coartazione delle libertà pubbliche, vorranno mettere di nuovo la folla di fronte a un fatto compiuto. La lotta contro il protezionismo si presenta in questo momento in condizioni favorevolissime per il Partito socialista. Questo, con la sua compatta energia, può diventare il centro di attrazione di tutti quelli, e sono la maggioranza quasi assoluta degli italiani, che da trenta anni di regime protettivo hanno visto decurtato il loro salario, reso impossibile il loro benessere, diminuita la ricchezza generale a beneficio di poche bande affaristiche che si sono formate le grandi fortune personali. Il contrasto fra capitalismo e proletariato si chiarisce ancor meglio in questa lotta, acquista una plasticità piú avvincente, si procura nuovi elementi di propaganda. Le organizzazioni torinesi dovrebbero essere loro a prendere l'iniziativa di questa azione pratica. Si parla già di un liberismo torinese, riferendosi alla scuola di economia politica liberista che a Torino si è venuta formando. Ma la pura dottrina non riuscirà mai a trasformarsi in pratica attiva se la scienza non trova in una corrente sociale bene organizzata la forza che le dia una consistenza politica, che la faccia diventare elemento di resistenza.
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Partito Torino
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