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      .. perduto. La Monarchia è tremendamente preoccupata delle future sorti della patria. Non vuole che vadano perduti i frutti del lavoro che ha svolto in questi due anni ultimi per il rinnovamento d'Italia, non vuole che i suoi uomini, che tanto si sono sacrificati per le opere di preparazione civile, siano defraudati di una equa ricompensa. La pentola bolle in via Genova, e prepara uno squisito menú di deputazioni, di commende, di cavalierati. Le elezioni specialmente interessano i disinteressati patrioti che si nutrono del becchime marca Ferrero di Cambiano. I comitati interni, che dopo l'entrata in guerra dell'Italia non erano stati piú radunati (la concordia dei nobili sensi era cosí perfetta da rendere inutile ogni discussione), hanno tenuto in questi ultimi tempi tutta una serie di sedute clandestine. È buona legge di guerra tener nascosti ai nemici la propria volontà e i propri propositi. Le notizie sulla salute del compagno Casalini avevano montato la testa a parecchi. I preti delle associazioni cattoliche si preoccuparono dell'avvenire serbato alle anime innocenti del terzo collegio. Fu dato come certo il prossimo ritiro dalla vita politica del nostro compagno. I clericali vollero sentire quali intenzioni nutrivano i loro fratelli siamesi liberali. Si trovò facilmente la base dell'accordo, furono fatti i nomi dei candidati. Non si fece la proclamazione per non scontentare fin d'ora i numerosi aspiranti. Gli scontenti però ci sono già, almeno a quanto dice un'autorevole persona, membro dell'immensa associazione, che con gran segretezza va dicendo a tutti che lui.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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