Faracovi è un autentico pezzo della farmacia classica: della farmacia, dove si digerisce il giornale e si produce l'opinione pubblica, dove si discutono i piú alti problemi della vita e dello spirito riducendo la filosofia, la letteratura, la poesia, la religione, in pillole a buon mercato, raddolcite con la polvere di liquerizia, per il palato dei buoni villani. Faracovi è un gran grossista di pillole di farmacia politica; volete sapere in quale forma precisa si siano cristallizzate fra gli zoofili delle farmacie suburbane le discussioni suscitate dalla guerra? Leggete una lettera aperta di Faracovi; schiacciate fra il pollice e l'indice una delle pillole della sua bacheca da Balanzon; assaggiate uno dei suoi cachet. Capirete ciò che significa opinione pubblica, piú che dalla lettura di cento giornali. Raccolta di detriti di ogni genere caduti dalla mensa di quei grandi Epuloni del pensiero che sono i giornalisti, stalattizzazione dell'umidiccio reflusso della retorica paesana, cecità di tutte le talpe moltiplicata all'infinito per la stessa. È una presunzione, un'altezzosità, un orgoglio aggressivo che ci dovrebbero far piangere come agnellini sulla devastazione apportata al carattere degli italiani da due anni di polemiche sceme sulla Germania, sui tedeschi, sulla filosofia tedesca, sulla religione tedesca, sulla poesia tedesca, sulla cucina tedesca, sulla donna tedesca e su tutto il cumulo delle sciocchezze italiane che specchiandole in sé, chiacchiera della vita tedesca.
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