Pagina (376/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Satana è nei marrons glacés. Satana è nella chicchera di caffè dentro la quale è scivolata una quarta zolletta di zucchero. Satana è nel grappolo d'uva rimasto in Italia dopo l'assunzione di Filippo Meda alle Finanze. Satana è dappertutto, nel tozzo di pane semiunico, nel vinello annacquato dopo le nuove tasse, nell'uovo che si ostina a mancare per fare un torto personale al calmiere; Satana è in ogni miserabile nostro desiderio. Da quindici giorni almeno Satana trionfa. Satana ci perseguita. Satana scuote con le sue braccia nerborute l'impalcatura delle nostre coscienze. E fa crollare i calcinacci dell'edifizio dell'animo nostro, e ne lascia lugubramente scheletrite le travature, al freddo dell'inverno che sopraggiunge, al freddo che ci riporta il lamento degli assiderati, dei privati di tutto, di quelli che vedono Satana nella loro vita, nel loro sangue che zampilla implacabilmente, nel loro cervello che si arrovescia fuori del macabro calice del teschio. Satana non è solamente nelle belle gemme che ornano le fini mani delle dame dei nuovi plutocrati, non è nelle ville, nei poderi, prezzo scellerato dell'industria nazionale che si rassoda per il domani, non è nei guadagni insanguinati dei capitalisti che preparano la nuova Italia piú disciplinata, piú vigile assertrice del dovere. Ebbene, sí: da almeno quindici giorni sembra crollare l'impalcatura del mio animo; ma sembra solamente. Alla nuova tribú dei noiosi quacqueri monorimi, l'animo mio risponde con uno sputo; se è stabilito nel libro del destino che dieci generazioni siano radiate dal mondo che pure ha anche per esse qualche bellezza, non invidi loro la tribú dei quacqueri una zolla di zucchero, un grappolo d'uva, e neanche un marron glacé.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Italia Filippo Meda Finanze Satana Satana Satana Italia