Pagina (382/742)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La guerra europea pertanto lo sorprese, lo turbò ancor di piú con la sua parvenza di miracolo. Aspettò, l'uomo senza idee generali, l'uomo che non sente la civiltà e la barbarie, il diritto e la prepotenza, ma vuole il fatto, il fatto nuovo, definitivo, che lo guarisca dalla sua morbosa passione, che sia come un cancello nel divenire, che fermi la storia. Non l'avevo piú visto, quasi due anni che mi sfuggiva, perché lo avevo ingannato, perché avevo contribuito a dare un indirizzo falso alla sua aspettativa.
      Mi ricerca di nuovo; sente che non può aspettare niente dall'altra parte; è dimagrato, i suoi nervi sono ancora piú sottili, percepiscono tutto, sono la sua disperazione. Non può dimenticare nulla, gli stimoli sono troppi, e lo distruggono. È a un bivio; la sua passione si rivolge di nuovo all'interno; la notte si desta di nuovo per sentire il ronzio della folla tumultuante, il galoppo serrato della cavalleria. Io ne sono impressionato. Non è igienico per la società l'uomo che aspetta qualcosa. La censura dovrebbe cancellarlo dal marciapiede, dal tavolino da caffè. Mi pare che aspettare qualcosa porta a desiderare qualcosa, ad attuare qualcosa. La censura, la questura bisogna che provvedano.
      (7 novembre 1916).
     
     
      BIANCO E NERO
     
      I signori censori ci hanno fatto un piacere personale. Il bianco di ieri ci ha fatto sospirare di soddisfazione. Il costume giornalistico aveva fatto porre sotto una stessa rubrica due avvenimenti: nero e nero. I signori censori hanno sostituito un bianco; involontariamente hanno compiuto un atto estetico, hanno stabilito un chiaroscuro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742