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      Si è improvvisato il tranviere cosí come si è improvvisato il fabbricante di materiale bellico. Ma l'improvvisazione del fabbricante della morte è stata premiata, è stata assicurata coi sopraprofitti, con l'arricchimento fulmineo. Lo Stato borghese, protezionista nella sua essenza capitalistica, ha premiato il facitore di morti, il moltiplicatore di morti. Verificatasi la nuova necessità, ha applicato immediatamente i suoi schemi economici, e la necessità è stata superata. Ma non dà premi, non s'assicura per ciò che riguarda chi può ammazzare e non dovrebbe ammazzare, che non è necessario non ammazzi. Gli schemi economici della società borghese in questo caso non trovano applicazione, non si vuole che trovino applicazione. Si assicura, si premia l'uccisione del nemico, non si vuole assicurare, premiare la salvezza dei concittadini. Non si vuole pagare la vita dei concittadini. E si tratta solo di pagare, di stabilire un regime di concorrenza nel quale la vita valga un po' piú della morte, l'abilità a salvare sia pagata un po' piú dell'abilità a uccidere.
      Il cittadino che va in tram deve federarsi col cittadino che va a piedi, e domandare, pretendere, volere che la sua vita sia assicurata, che si dia un premio a chi riesce ad evitare di togliergli la vita.
      (7 dicembre 1916).
     
     
      SIMPLICITAS
     
      Il «Momento» risponde al «padre di famiglia» che qualche giorno fa protestava, in una lettera diretta al nostro giornale, per il fatto che in una scuola di Torino una maestra fa recitare ai bambini il Padre nostro prima di cominciare la lezione.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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