I socialisti, per don Abbondio, sono proprio furibondi come quei mariti ai quali la moglie ha regalato un non desiderato rampollo, un rampollo sabotato. E il ragionamento di don Abbondio fila, bisogna vedere come fila; fila proprio come la bava dalla bocca di un vecchio pretonzolo al quale una madre prosperosa mostri da lontano un bambinetto paffuto, facendo le corna per evitare il malocchio. Don Abbondio non comprende come esista già una forza internazionale, che ha sorpassato il cattolicismo, e non sa che questa forza si chiama desiderio di apparire giusto. Non sa che questa forza è stata imposta dal controllo che esercita il proletariato sul mondo internazionale, e che essa è in dipendenza di un fatto nuovo che è creazione del proletariato e si chiama sensibilità internazionale. Don Abbondio si domanda: che meriti aveva Carlo Tresca? E risponde: nessuno. E conclude: dunque non si tratta di tragedia, ma di commedia, e i Carneadi non hanno meriti. Per non essere Carneadi ed avere dei meriti, don Abbondio vuole almeno che si abbia mezzo milione di rendita, che si sia citati nell'almanacco di Gotha, che si sia vescovi, o cardinali, o almeno, almeno, parroci di Copparo.
(21 dicembre 1916).
LA CASA MUTILATA
Una casa mutilata che stende la mano... Ma non è la solita mano, che domanda il solito obolo di metallo o di carta. La casa mutilata non domanda l'elemosina. La sua mano distesa domanda delle opinioni e delle idee. È stata fulminata dalla forza brutale del fuoco. Non era una delle solite case, allineate in rango come i soldati alla parata.
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