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      Queste incombenze di carattere civico servono di contorno all'attività che l'avv. prof. Costanzo Rinaudo esplica, come professore di scienze sociali e di storia generale, alla Scuola di guerra, e come direttore della «Rivista storica italiana».
      Tiriamo il fiato. L'attività del professore dovrebbe essere colossale. Consoliamoci per la sua salute. Il prof. Rinaudo lascia che in tutti questi uffici faccia il tempo che vuole. Essi sono altrettanti cadaveri imbalsamati, che puzzano solo di noia e di polvere sottile. Essi hanno però servito magnificamente al prof. Rinaudo; ecco la lista, incompleta, delle sue onorificenze: grande ufficiale dell'ordine equestre militare dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere della corona d'Italia, commendatore dell'ordine di S. Alessandro di Bulgaria, ufficiale della Legion d'onore, fregiato della medaglia d'oro dei benemeriti dell'istruzione popolare, dottore aggregato nella facoltà di filosofia e lettere.
      Questo figlio di poveri e onesti genitori è davvero una personalità spiccata. Spiccata, ma ingombrante. Se si ripetesse in Italia ciò che è avvenuto in Grecia per il signor Venizelos, se si facessero sfilare per le vie di Torino tutti gli studenti ed ex studenti di liceo, d'istituto tecnico, di scuola normale, di ginnasio, di scuola tecnica che hanno dovuto svolgere il rispettivo programma di storia sui libri di testo del prof. Costanzo Rinaudo, e si concedesse ad ognuno di essi la facoltà di scagliare un sasso sull'emerito lavoratore del gomito, il prof.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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