Costanzo Rinaudo sparirebbe sotto una montagna piú alta del Monte Bianco. È innumerevole la quantità di giovani ai quali questo illustre asino, compilatore pedestre e lautamente stipendiato di abborracciature scolastiche, ha fatto venire in uggia la storia. Egli ha sulla coscienza l'incretinimento intensivo di una ventina di generazioni scolastiche. Questo incretinimento ha fruttato al figlio di onesti ma poveri genitori un bel pacco di biglietti da mille, e uno stipendio fisso da parte delle case editrici Barbera e Vallardi. Costanzo Rinaudo è professore alla Scuola di guerra, dopo essere stato insegnante nei licei. Ha trovato l'impiego a lui piú acconcio. La storia per lui non è altro che un susseguirsi di guerre, di battaglie, di nascite e morti di regnanti. Il suo cervello è una cartapecora disegnata a fiches costellate di date e di nomi. Le sue infinite relazioni, le cariche che copre nei vari uffici e commissioni scolastiche, hanno servito al prof. Rinaudo a far imporre i suoi libri di testo nelle scuole. Chi ha dovuto studiare su essi, odia il loro autore, per il tempo che gli ha fatto perdere, per gli spropositi coi quali ha tentato di impaludargli il cervello. Le persone intelligenti hanno dovuto fare una bella fatica per dimenticare le corbellerie che l'autore dei famigerati testi di storia aveva fatto depositare nei loro cervelli. Il prof. Costanzo Rinaudo dirige la «Rivista storica italiana». Un fascicolo ogni quattro mesi, tutto di recensioni brevi e sciocche sulle ponzature storiche dei vari professori di scuole medie che adottano nelle loro classi i libri di testo del prof.
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