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      Perché, se la politica è lontana dall'animo infantile... l'idea di Geova è incomprensibile addirittura! Parlare ai bimbi di un grande ideale di giustizia e di fratellanza, ohibò... ma rimpinzarne le testoline con il peccato di Eva, con la verginità di Maria di Nazareth, come con la paternità putativa di Giuseppe, ecco un metodo pedagogico meraviglioso, specialmente se il maestro è don Riva!
      «Il pretendere che essi sappiano che cos'è la lotta di classe, è troppo». Certamente. Perché la vita del piccolo proletario è tale un tessuto di piaceri, di indigestioni di dolciumi e di caramelle, di scorpacciate di giocattoli, di visioni cinematografiche e teatrali, che sarebbe ben strano che essi facessero dei confronti, o che essi giudicassero male questa società che dà a tutti i fanciulli eguale porzione di affetti e di gioie! Il piccolo proletario che vede il babbo andare all'officina dalle sette del mattino alle sette della sera ed... ultra, che è lasciato dalla mamma solo in casa, ad arrangiarsi alla meglio, perché anche questa deve andare a fare la serva, la tessitrice, la metallurgica, che abita la soffitta o l'appartamentino stretto, e scuro, e sporco, che mangia molto pane unico e molta minestra e contempla molte caramelle... dietro le vetrine dei pasticcieri, che ammira i bei fantocci ed i cavalli e le vetturette meccaniche nelle mani dei coetanei, che sa quanto costano ai genitori le sue scarpette ed i suoi vestitini, non fa dei confronti, non ragiona, non pensa, non capisce quindi affatto che la sorte lo ha fatto nascere nella classe dei poveri, mentre altri nascono in quella dei ricchi.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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