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      Idioti e nefandi: parole classiche che esprimono l'indipendenza di un piccolo gruppo di fronte alla collettività, di un individuo rispetto all'ambiente in cui vive. Che si contrappongono al cadaver dei gesuiti, al «credo quantunque sia assurdo, anzi appunto perché assurdo», all'ipse dixit (l'ho detto..., e basta, traduzione per i nostri soci) e a tutte le altre formule del pecorile asservimento alla verità rivelata, alla legge, voce di Dio, allo Stato, mistica disciplina per la realizzazione della volontà di Dio sulla terra. Intellettuali, sí, quando intellettuale vuol dire intelligente, e non tiranno per grazia del titolo di studi; seguire gli intellettuali, sí, quando seguirli vuol dire ritrovar in loro meglio chiariti, piú logicamente costruiti quei concetti e quei veri che ognuno sente in sé ancora indistinti. Ma non si vuol sacrificare l'intelligenza all'intelletto, l'indipendenza e la libertà propria all'intelletto degli altri. Quando si proverà che non avere titoli di studi voglia dire essere stupidi, che non essere pecorinamente schiavi voglia dire essere delinquenti, allora ci copriremo i capelli di cenere e ci batteremo il petto. Finora siamo persuasi che stupidi e cretini siano solo coloro che dànno alle parole quel significato che esse avrebbero se si riferissero a loro stessi.
      Noi siamo piú classici di loro, e ce ne troviamo bene.
      (17 gennaio 1917).
     
     
      PROMETEO MONOPOLIZZATO
     
      Prometeo è l'ignoto inventore del fiammifero. Prometeo è il simbolo dello spirito umano mai contento dei risultati ottenuti, che cerca sempre, migliora sempre, sostituisce continuamente il migliore al buono, l'ottimo al migliore.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Dio Stato Dio