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      Chiuso nella sua casetta dalle pareti dure e impenetrabili, a chi vi bussa e domanda notizia delle vibratili antenne, risponde che ha altro a che pensare, che ha incominciato la cura per i calcoli alla vescica, o per il verme solitario, o per l'appendicite. Risponde che risorgerà, che scriverà sul Risorgimento, che parlerà dell'Inghilterra nel Risorgimento. Le antenne (volgarmente le corna) sono state messe a riposo: la casetta corazzata si adorna solo di una lucente croce di cavaliere.
      E questa è la cronaca del Risorgimento, che servirà domani per la storia del Risorgimento, e che in bocca del prof. Adolfo sarà conchiusa nell'equazione patriottica: cavaliere uguale fantaccino. E chi vive si dà pace.
      (20 gennaio 1917).
     
     
      IL PRIVILEGIO DEL DIABETE
     
      L'occhiuta tutela del doganiere vi ha sempre detto: chi usa saccarina è un delinquente. L'alto senno dei giudici ha sempre stabilito: chi usa la saccarina deve andare in galera. La sapienza ermetica della scienza ha concluso: la saccarina è un veleno. Le tre baionette fieramente inastate, dei tre corazzieri dello Stato, sono rimaste sempre puntate contro la gola dell'italiano. E la gola dell'italiano ha avuto orrore della saccarina, ha ripudiato la saccarina; e il cittadino italiano, nel suo civismo, ha condannato due volte il contrabbandiere: come frodatore del fisco, come untore della peste saccarinica. L'Italia era tutta una Verbicaro: la scienza aveva ridotta l'Italia tutta una Verbicaro, aveva rinchiuso il regno d'Italia in barriere piú salde che non siano i reticolati del confine, le barriere dello sproposito e della superstizione.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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