Il diabete: la malattia dell'organismo individuale; la carestia: la malattia dell'organismo sociale; senza di esse la scienza italiana non può rivelar tutta la verità. Una parte di essa deve rimanere nascosta nelle pieghe della coscienza scientifica perché il fisco non sia danneggiato, perché il contrabbandiere ucciso dal moschetto della guardia al confine, non appaia come chi libera dalla carestia, ma come l'appestato micidiale. C'è da persuadersi che l'unica opera sincera prodotta dalla scienza italiana sia il capitolo di un libro di Gina Lombroso: Elogio della malattia. Pfui, anche per la scienza italiana.
(23 gennaio 1917).
FRA ME E ME
A una svolta del pensiero il mio io si scinde in due parti: me e me, e tra me e me avviene questo dialogo:
— Credi proprio sul serio di riuscire a indurre il prof. Rinaudo a fare ciò che egli stesso sostiene essere dovere di ogni cittadino, e specialmente di quella categoria ristretta di cittadini che legifera, che determina in quali e quanti modi si concreta la piú elastica delle parole del vocabolario: il dovere? O non è tempo perso quello che tu dedichi al poco illustre magistrato, e per di piú tempo perso nel fare opera selvaggia, perché puoi ottenere l'effetto di far credere che il prof. sia la sola canaglietta che riscaldi i seggi del consiglio comunale?
— Distinguiamo. Non sono e non voglio essere il don Chisciotte della morale, della giustizia ecc. ecc., sebbene persuasissimo che queste virtú siano instaurate non solo nelle parole, ma anche negli atti dei singoli individui come della collettività. Esse sono parole elastiche, è vero.
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Gina Lombroso Elogio Chisciotte
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