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      C'è un gran numero di persone che ha interesse a dilatare la quantità degli avvenimenti imprevedibili. Chi non osserva i termini d'un contratto, chi, per aumentare i suoi profitti, non si preoccupa di seguire quella linea d'azione che l'esperienza ha dimostrato la migliore e la meno pericolosa per gli altri; costoro hanno interesse a sostenere la teoria, supinamente accettata dai piú, della tegola sul capo. Chi può prevedere, uscendo di casa, che cinquanta metri piú in là il suo capo innocente sarà situato nell'atmosfera proprio nella linea di caduta di una tegola? Certo chi esce di casa non può prevedere l'infortunio. Ma è poi vero che nessun altro potrebbe prevederlo? Per esempio, il padrone del tetto in cui era inserita la tegola, aveva ben l'obbligo di non lasciar trasformare il suo stabile in una trappola per i passanti, aveva ben l'obbligo imposto da un contratto tacito, ma non perciò meno esistente, di non lasciare che i sassi da cui egli trae un profitto, dirocchino uno a uno per scavizzolare i cittadini che non possono prevedere il malanno incombente. Ebbene: la teoria della tegola sul capo è accettata supinamente lo stesso, e gli interessati ne approfittano per fare il comodaccio loro.
      Il sottotenente degli alpini, Carlo Mathieu, la sera del 17 febbraio nell'accendere la fiamma a gas della stufa del suo alloggio in via S. Francesco da Paola 27, non poteva certo prevedere che il giorno dopo la portinaia avrebbe trovato nel suo appartamento il cadavere di un asfissiato sostituto a una fiorente giovinezza.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





Carlo Mathieu S. Francesco Paola