Il sottotenente Mathieu non poteva prevedere, certamente. Aveva sempre pagato con puntualità le bollette. Aveva osservato il contratto, lui. S'aspettava che anche l'altro contraente lo osservasse. Avrebbe dovuto avere tutta la notte, nella sua stufa, il gas a un determinato grado di pressione. A quel determinato grado di pressione che è necessario perché la fiamma continui a bruciare, e non si spenga a un tratto, mentre la chiavetta è sempre aperta, e poi d'un tratto il gas ricominci a fluire, sottile, e invada la stanza, e chiuda la gola al respiro, e avveleni i polmoni, e riduca una giovinezza in un cadavere gonfio e paonazzo. Il sottotenente Mathieu non poteva certo prevedere che il secondo contraente di un contratto di apparente nessuna importanza potesse trasformarsi, per il mancato compimento di un dovere imprescindibile, nella morte silenziosa e senza scampo. Ma per il secondo contraente, per colui che per inveterata abitudine di frode non adempie mai ai suoi obblighi, c'è la comoda teoria della tegola.
Perché, si sa, non si poteva prevedere il cadavere. Perché, si sa, la pecoraggine supina delle possibili vittime della morte imprevedibile, non domanda mai che siano mandati in galera coloro che ora per ora, minuto per minuto possono, per un loro maggior profitto, prendervi alla gola e strozzarvi, anche se il cadavere ci sia, là, paonazzo e gonfio. Il cadavere, non diventa mai, esso, la tegola sul capo nel calcolo delle possibilità di chi non fa il suo dovere.
(23 febbraio 1917).
| |
Mathieu Mathieu
|