«Non c'è nessuna autenticità di questa religiosa, nessuna dichiarazione delle autorità ecclesiastiche, nessuna teca accertante che queste ossa fossero di S. Settembrina, della quale del resto nulla si sa». Cosí don Soldi al giornale «La Nazione» di Firenze. Settembrina è diventata pericolosa, dopo che l'anonimo ladroncello ha turbato il regolare svolgersi degli avvenimenti. Settembrina santa, vuol dire processo per sacrilegio, per profanazione, vuol dire punizione di parroci e di vescovi. Tutta la dialettica canonica si rivolge alla dimostrazione della non santità di Settembrina. Il calendario non avrà un nome di piú.
Tempi contrari per la religione quelli dei pacchi postali, con obbligo di dichiarazione del contenuto. Piú pericolosi se il «fossile di carbone» è diventato materiale prezioso. Una lacrima di piú sulle sbianchite ossa della povera martire di Badia a Pacciano nel piano di Canapale.
Nessuna santa è stata piú santa di lei. Perciò essa non arriverà piú alla gloria dell'altare e alla distinzione del calendario.
(5 marzo 1917).
RIAPERTURA D'ESERCIZIO
Neve, neve. Caroviveri. Caro carbone. Tristezza universale. L'animo abbiosciato, raggomitolato in se stesso, cerca di rimpannucciarsi, riscaldarsi d'ideale. Rincarato anch'esso. Anch'esso è raffreddato e starnuta. Uno starnuto con titillamenti nasali di riso che non trova un'uscita clamorosa. Una presina di tabacco: la lettura del redivivo fogliucolo di Girola Tulin. Girola Tulin ha riaperto l'esercizio. Girola Tulin, preoccupato della tristezza universale, ha voluto riaprire ai consumatori il suo bazar di paccottiglia polemica, perché qualche faccia almeno si rischiari di lietezza, perché qualcheduno almeno, per la speranza dell'enorme benessere, dell'infinita prosperità avvenire, dimentichi la miseria presente.
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