Golia è un nome ed un programma. Golia è una entità geometrica, ed una entità spirituale. Per meglio dire: è diventata entità spirituale perché è stata prima entità geometrica. Golia era il piú alto dei filistei: Golia era, geometricamente, uguale a due o tre filistei sovrapposti. Il Medioevo tedesco ha fatto di Golia un'antitesi del filisteismo ed ha creato i goliardi: l'intelligenza contro la volgarità, contro la banalità, la rozzezza, l'ignoranza, dei filistei. La differenziazione geometrica è diventata differenziazione spirituale.
Ma i goliardi non sono i Golia. Golia rimane sempre filisteo, anzi il piú grosso, il piú voluminoso, il piú rappresentativo dei filistei. Rimane, non il gigante Nazir, il puro e consacrato al sacrificio, Sansone che non esita a morire egli stesso per distruggere il bestiame umano, crapulone e impuro, del popolo di filistei, ma la grossa bestia che soccombe per il colpo di sasso dell'agile e intelligente fromboliere, dell'uomo che è molto spirito in poca carne, molto cervello in piccolo corpo. Ma la grossa bestia filistea approfitta delle grosse bestialità degli altri uomini; il bue grasso è sempre l'ideale della Filiste moderna. Un torinese, un pittore tarpato, ha la ventura della vastità geometrica: egli diventa il bue grasso alla moda. La grossa bestia filistea rinviene dalla botta dell'agile e intelligente fromboliere; Golia si rialza. Come grande e massiccio! Il crapulone e impuro bestione umano accompagna coi «glu, glu» disgustosi della sua gola ricolma di rutti, il procedere goffo del rinato Golia.
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