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      È incominciata anche a Torino la propaganda dei granelli.
      La teoria dei granelli sta conquistando tutta l'Italia. La fortuna dei granelli è assicurata.
      Intendiamoci bene sulle parole. I granelli non sono intesi nel significato che dà alla parola il vocabolario delle macellerie. Non c'è nell'uso che noi ne facciamo alcun sottinteso. La parola ricorre spesso in un manifesto che tutti possono leggere sulle cantonate. Il manifesto reca la firma anche di qualche gentile signora della borghesia intellettuale. Perciò il vocabolario delle macellerie non deve averci niente a che fare. I granelli hanno riacquistato un significato filosofico, evidentemente. I firmatari del nuovo manifesto sulla limitazione dei consumi sono tutti diventati dei loici inflessibili. La loro fantasia è tutta piena della figura logica che si chiama: l'acervus ruens (il mucchio che si forma). I granelli sono gli elementi logici del mucchio. Ogni mucchio è un aggregato di granelli. Ogni corpo è un aggregato di cellule. Riducete la produzione a semplice entità aritmetica: astraete dal complesso spirituale e storico che opera nel mondo creando un'armonia di intenti e di risultati logicamente combinati in una unità. La teoria dei granelli, come quella dei pezzetti di terra incolta, diventa subito una teoria affascinante e suggestiva, specialmente per le gentili signore della borghesia intellettuale, che non hanno avuto il tempo, per il cumulo di faccende che ha sempre occupato la vita delle signore intellettuali, di leggere un trattatello di economia, accanto ai romanzi di Marcello Prévost o di Antonio Fogazzaro.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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