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      Non so se l'illustre industriale Dante Ferraris abbia il volto dalle linee marcate, lo sguardo penetrante che rivela una intelligenza non comune, la parola sobria, ma sintetica e persuasiva. So che il Martinenghi per piú di sei mesi è stato creduto un illustre industriale, e non da volgari dilettanti del commercio, ma da altri illustri industriali, da banchieri, da capocomici, da direttori d'albergo. E questi altri illustri devono essersi guardati nello specchio piú d'una volta, e aver visto il proprio occhio d'aquila, e devono aver sentito piú d'una volta la propria parola sobria, ma sintetica e persuasiva. So anche questo: che Plauto ha fatto sostituire dal servo Sosia il furbo e sagace iddio (illustre industriale) Mercurio, e non si sarebbe sognato di fare viceversa. Che nelle commedie, e nella vita reale, il sostituito è sempre piú imbecille, meno furbo, meno eloquente, meno occhio d'aquila del sostituente. Perché un furbo può fare l'imbecille, un uomo d'ingegno può fingersi sciocco, ma uno sciocco e un imbecille non possono farsi credere d'ingegno e furbi, ché altrimenti sarebbe loro facile continuare sempre nella finzione e essere realmente ciò che invece non sono.
      I lineamenti marcati, lo sguardo penetrante, la parola sobria necessariamente devono avere delle eccezioni fra l'illustre categoria degli industriali. I banchieri, i capocomici, i direttori d'albergo devono essere piuttosto abituati ad avere che fare con gli industriali tipo Sosia Martinenghi, mezzo analfabeti, zotici o pazzamente prodighi del denaro che costa loro cosí poco.


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Sotto la mole
1916-1920
di Antonio Gramsci
pagine 742

   





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