È la morale del rosicchiante che trionfa, ed essa è piú diffusa di quanto non appaia dalle affermazioni che si sogliono fare. I colleghi di giunta terranno conto del lavoro giornalistico del «Momento», e il cav. Ratti continuerà a rimanere assessore e bottegaio, accanto a Teofilo Rossi, e a Costanzo Rinaudo.
(29 maggio 1917).
IL PROGRESSO NELLO STRADARIO
La commissione municipale per la denominazione delle vie si è messa sulla via del progresso. Armata di enciclopedia c di scure essa procede allo sventramento della vecchia Torino. Cadono i vecchi nomi, i nomi tradizionali della Torino popolare, che ricordano la vita fervida del vecchio comune medioevale, la fantasia esuberante e originale degli artigiani del Rinascimento meno enciclopedici, ma piú pratici e di buon gusto dei mercanti odierni. Si sostituiscono i nomi medaglia. Lo stradario diventa un medagliere. Tutta la paccottiglia della bassa erudizione si riversa nelle vie. I nomi sono suoni inerti, che non suscitano alcuna immagine di vita, che piombano nel fondo della coscienza materiale, morta, che non legano al passato, che strappano, con un atto violentemente illogico, i legami tradizionali tra l'uomo e la via. Lo stradario diventa un museo, un cimitero di illustri ignoti, povero ossame ammuffito e sbianchito dalla dimenticanza opportuna, perché meglio pone in rilievo chi veramente ha operato nella storia. La borghesia bottegaia non sa sostituire nulla di originale alla intensa vita spirituale del passato. La sua vita è la medaglia, la decorazione; stimolo, l'enciclopedia; metodo, il conguagliamento, l'appiattimento dei valori.
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